Lei ha chiome di fuoco
EREDITATE pensa
da un dna importante.
Piange molto per amore
sui bus,
nell'auto,
per strada.
Lei si strappa il cuore dal dolore,
in attesa di un trapianto,

più forte
più sano.


Lei
parla coi ricordi
scioglendo i nodi bui con l'alba e
tiene le redini dei giorni che
la separa dall'uomo che
non l'ama.

Lei fa di un credo un tempio
una roccaforte di saggezza ma
crolla nell'imbuto del desio
della carne incendiata
nel sepolcro di una stanza
bella
solitaria
astratta.
Fa scorrere fiumi e fiumi di parole
su rotoli di carta senza senso che
poi strappa,
ferendo l'inconsistente orgoglio
nel mare dannato d' inchistro
versatosi dal sangue rosso delle labbra
non più baciate.
Si macchia le palpebre di sale
colato a dadi dagli occhi scuri
quanto una notturna sfinge
sul promontorio del deserto assoluto.


Lei,

soffre di un male che
non tiene cura in natura.
Strangola coi morsi dell'azzurro
le ossa dell'oblio
fino a fargli sputare providenza.
Forse
dice a se stessa,
forse ritorna
lo sciagurato che
mi rubò il cuore.

Lei
si mente sa sola e
ride menomata
contando i secondi
i minuti
i giorni e
gli anni,
seminando in ogni dannato buco,
del silenzio interiore
un fiore che
non si bruci vedendola invecchiare che
non perda il profumo della fede
con la morte.