Non piove troppa luce sul tuo petto
né il mio ego vaga soLitario,
scardinato il portal del cuore,
partita sei filando onde asciutte
sulle schiumose rive delle mature chiome.
Spossato l'arto del troppo andar per venti
cercando di volarti con un bacio,
forse annodando il desiderio al credo,
potrei rubarti l'occhio aeriforme con l'abbraccio.
I fari accesi dei monsonni svegli
turbavan gli ululati dei lupi sull'orizzonte
ottobre mal volentieri cede
al soleggiato richiamo dell'amore.
Anemiche psicosi giornaliere
diventan abitudini deformi
per gente come noi in cura per mal comune
da psichiatri voraci di parcelle.
Anime di cera sulle braci ardenti
anime di carta in astinenza che
vagan in cerca di una preda
innamorata dell'uomo e
non dell'apparenza.