Sanguino tramonti sulle creste dei muri
i pensieri filan lane attorcigliate al cielo
oltre il vetro esplode l'azzurro
sul mondo malato d’espero.
Forse un'onda dal palmo del vento
si ritira nel letargo invernale e
la riva protetta dal candido sole
mi cura la scaglia di sale.
Sanguino versi dalle ferite di carne,
implose sui fogli di carta
nel vuoto sintetico della casa
la rima galleggia astratta.
Visioni vampire mi catturan febbrili,
la mano si piega al commando
nel morire del giorno seguo gli astri
inchiostro e luce colando.
Eccomi a Voi, gentili ombre
sulla mia agonia deforme,
il mio credo blu in questo spazio stretto
m'è diventato una lingua di mare.
Languori terreni mi portan nella scia
tagliando la radice di terra
un'ala mi serve anche implume
per liberarmi da sta dura catena.