appena posso chiudo gli occhi per immagiare l'infinito

il mio tutto è legato al colore del cielo

tanti sono i sogni chiusi in una vecchia valigia

che trascino da una vita senza aprire

ma oggi è un giorno diverso

le mie fratture d'inchiostro sono diventate ali

il male del giovane poeta ha trovato la sua cura nel verso

il veleno di un'assenza cara non è più l'ubriaco fantasma

che mi divorava in profondità

la mente

appena posso ripeto a me stesso il tuo nome

come se m'avesse drogato durante i giochi proibiti

fingendo d'averti tenuta nella mia anima per tanto

quel tanto da poterti liberare dalle catene

di tutti quei pensieri legati all'istinto

quelle metafore mandate al diavolo dal mio ego

i fili sottili di emozioni ai nostri polsi

che ci tenevano in qualche modo uniti

durante l'insonnia d'amore

oggi ho chiuso una porta con dentro il mio tesoro

urtando i timpani del silenzio con qualche sospiro sfuggito alle

labbra

dimmi di te vagabondo

mi chiama la notte

io sono un uomo come tanti

le dico

uno con dentro il suo

sogno