tu mi macchi di sangue l'ombra

la infesti di attese come
un verme nella polpa di un frutto
mai sazio di divorargli il cuore


tu mi fai gocciolare la vena
rubandomi il fioto vitale dallo stagno
nell'orma in cui ho radice

tu mi trasporti in cima alla luna
per soffocare lo sguardo
in cui ti respiro

tu parli di fiori e
di fili di perle
alle saette con cui si prolungan
i miei desideri di donna ma
poi ritiri l'offerta
tagliando la cima che
ti tien ancorata la chiglia

le macchie di sangue
andrai a navigare nel desio
rigando le ferite di sale
col tuo osso d'amore a timone

io


nutrirò la parassita fame
da cui dipenderai in eterno
con questa tossica attesa di squame
coi baci del vento nelle mie orme