Non ho molti pensieri per difender dal tramonto sta luce,
né ragionamenti o chimere potenti che mutino del girare il verso,
non possiedo stelle sui palmi e stigmate di venti per un cosmo,
in cui veder brillare dell'alma l'universo.

Ma ho un ciclone di emozioni con cui fiorir parole,
per tutti i giorni della settimana che son sette,
un girone di sentimenti in cui scaldare il cuore
di quell'idea ricordo bruciante nella mente.

Scrivo ma senza speranza di canto,
questo poema visivo sul grembo addormentato del mondo,
forse il germoglio d'amore che ho piantato
domani crescerà appena spunta il sole.

E tu verrai da quel lontano astro,
da quell'icona muta piantata in chiodi sordi sulla parete,
dal mio ignoto dentro dal tuo volto invaso,
col blu del cielo che nel repiro brilla permanente.